Quale è l’età media degli stadi italiani? Ecco i dati del “Report Calcio 2015”!

Il calcio italiano è tra le prime dieci aziende del Paese, con un giro d’affari stimato in 13 miliardi di euro che è cresciuto del 50% rispetto a dieci anni fa, ma la situazione delle strutture sportive è davvero preoccupante.
L’età media degli stadi in Serie A raggiunge i 62 anni, la percentuale di posti coperti in Serie A è solo del 70% mentre in circa il 40% degli stadi delle serie professionistiche è presente la pista di atletica, nemico dichiarato della visibilità per gli spettatori e degli stadi fatti per il calcio.
Sono questi solo alcuni tra i tanti dati emersi dal “Report Calcio 2015″, lo studio sviluppato dalla FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), che rappresenta in un quadro organico tutti i principali dati che qualificano la dimensione, la struttura e l’articolazione del sistema calcistico italiano con riferimento alla stagione 2013-14.
Il Direttore FIGC Michele Uva  ha raccontato di un calcio professionistico che aumenta sì i fatturati ma anche i debiti: ed è su questo che la Figc insiste per provare a trasformare tutte le società in aziende economicamente sostenibili.
Da quanto emerge dal report, è la parte impiantistica sportiva quella che realmente penalizza il botteghino, perché stadi non comodi e privi di servizi non aiutano a portare gente alle partite.
In questo senso vogliamo lavorare insieme alla FIGC e alle squadre di calcio, non solo rinnovando coerentemente le infrastrutture, ma anche e soprattutto il modo di gestire e vivere l’evento sportivo per migliorare grazie ai nostri finanziamenti e al nostro know how l’offerta del prodotto-calcio sotto il profilo della qualità dell’ospitalità e della sicurezza degli stadi.
Vogliamo rendere possibili investimenti che consentano la fruibilità quotidiana degli impianti da parte di tutta la comunità, e così riusciremo a rigenerare il calcio italiano e a riportare le famiglie allo stadio.

 

 

 

Il calcio italiano è tra le prime dieci aziende del Paese, con un giro d’affari stimato in 13 miliardi di euro che è cresciuto del 50% rispetto a dieci anni fa, ma la situazione delle strutture sportive è davvero preoccupante.
L’età media degli stadi in Serie A raggiunge i 62 anni, la percentuale di posti coperti in Serie A è solo del 70% mentre in circa il 40% degli stadi delle serie professionistiche è presente la pista di atletica, nemico dichiarato della visibilità per gli spettatori e degli stadi fatti per il calcio.
Sono questi solo alcuni tra i tanti dati emersi dal “Report Calcio 2015″, lo studio sviluppato dalla FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), che rappresenta in un quadro organico tutti i principali dati che qualificano la dimensione, la struttura e l’articolazione del sistema calcistico italiano con riferimento alla stagione 2013-14.
Il Direttore FIGC Michele Uva  ha raccontato di un calcio professionistico che aumenta sì i fatturati ma anche i debiti: ed è su questo che la Figc insiste per provare a trasformare tutte le società in aziende economicamente sostenibili.
Da quanto emerge dal report, è la parte impiantistica sportiva quella che realmente penalizza il botteghino, perché stadi non comodi e privi di servizi non aiutano a portare gente alle partite.
In questo senso vogliamo lavorare insieme alla FIGC e alle squadre di calcio, non solo rinnovando coerentemente le infrastrutture, ma anche e soprattutto il modo di gestire e vivere l’evento sportivo per migliorare grazie ai nostri finanziamenti e al nostro know how l’offerta del prodotto-calcio sotto il profilo della qualità dell’ospitalità e della sicurezza degli stadi.
Vogliamo rendere possibili investimenti che consentano la fruibilità quotidiana degli impianti da parte di tutta la comunità, e così riusciremo a rigenerare il calcio italiano e a riportare le famiglie allo stadio.