Tappa a Milano, l’Inter a lezione d’integrity

L’integrity tour è ormai arrivato al giro di boa e precisamente alla nona tappa del suo viaggio attraverso l’Italia e i club di Serie A. Dopo Torino, continuiamo insieme a Sportradar e Lega Seria A la lotta al match-fixing, coinvolgendo nelle sessioni formative i nerazzurri. Si sono svolti ad Appiano Gentile i due workshop: uno dedicato alla prima squadra e l’altro al settore giovanile, Primavera e Under 17 .

Agli atleti è stato spiegato il fenomeno del match-fixing in tutte le sue forme, illustrandone rischi e conseguenze. Dall’identikit dei cosiddetti fixers, veri e propri criminali che “agganciano” i giocatori intrappolandoli nelle truffe, ai rischi che si corrono inserendosi in un meccanismo che pregiudica il futuro e la credibilità degli atleti e del calcio. “Noi che siamo gli attori principali del calcio – ha spiegato il portiere nerazzurro, Padelli –  dobbiamo essere irreprensibili nel non accettare alcun contatto con chi prova a combinare gli incontri.

Abbiamo la responsabilità di preservare i valori di lealtà, correttezza e sportività che debbono sempre essere alla base del gioco del calcio. Noi per primi non possiamo tradire la fiducia di milioni di tifosi e spettatori che in Italia e nel mondo sognano, gioiscono e si disperano per i risultati delle loro squadre del cuore.

È con grande piacere quindi che tutti noi calciatori dell’Inter vogliamo dare il nostro contributo divenendo testimoni attivi e promettendo un impegno e un’attenzione sempre maggiore nella lotta contro il match-fixing”.

Un progetto formativo quindi, che, attraverso confronti utili e costruttivi, mira a responsabilizzare atleti e società e a preservare i valori del calcio.

L’integrity tour è ormai arrivato al giro di boa e precisamente alla nona tappa del suo viaggio attraverso l’Italia e i club di Serie A. Dopo Torino, continuiamo insieme a Sportradar e Lega Seria A la lotta al match-fixing, coinvolgendo nelle sessioni formative i nerazzurri. Si sono svolti ad Appiano Gentile i due workshop: uno dedicato alla prima squadra e l’altro al settore giovanile, Primavera e Under 17 . Agli atleti è stato spiegato il fenomeno del match-fixing in tutte le sue forme, illustrandone rischi e conseguenze. Dall’identikit dei cosiddetti fixers, veri e propri criminali che “agganciano” i giocatori intrappolandoli nelle truffe, ai rischi che si corrono inserendosi in un meccanismo che pregiudica il futuro e la credibilità degli atleti e del calcio. “Noi che siamo gli attori principali del calcio – ha spiegato il portiere nerazzurro, Padelli –  dobbiamo essere irreprensibili nel non accettare alcun contatto con chi prova a combinare gli incontri. Abbiamo la responsabilità di preservare i valori di lealtà, correttezza e sportività che debbono sempre essere alla base del gioco del calcio. Noi per primi non possiamo tradire la fiducia di milioni di tifosi e spettatori che in Italia e nel mondo sognano, gioiscono e si disperano per i risultati delle loro squadre del cuore. È con grande piacere quindi che tutti noi calciatori dell’Inter vogliamo dare il nostro contributo divenendo testimoni attivi e promettendo un impegno e un’attenzione sempre maggiore nella lotta contro il match-fixing”. Un progetto formativo quindi, che, attraverso confronti utili e costruttivi, mira a responsabilizzare atleti e società e a preservare i valori del calcio.