L’industria del calcio nel post Covid, visioni e opportunità

Come cambierà il calcio dopo la pandemia e quali sono stati gli effetti sul settore? Ma soprattutto, qual è il futuro che ci attende?

Questi alcuni degli interrogativi cui ha cercato di rispondere il web talk “L’industria del calcio nel post Covid”, organizzato da Formiche.net, in collaborazione con la piattaforma Standard Football.

L’incontro, moderato dal presidente di Formiche, Gianluca Calvosa e dal direttore di Formiche.net, Giorgio Rutelli, ha visto la partecipazione del presidente del CONI, Giovanni Malagò; del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, del membro del Consiglio della FIFA, Evelina Christillin; del presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi; del presidente dell’Assocalciatori, Umberto Calcagno e del presidente di Standard Football, Mauro Baldissoni.

Sono stati illustrati alcuni dati significativi, che hanno evidenziato come il sistema nel periodo pre-Covid soffrisse già in termini di sostenibilità, acuita, poi, in maniera drammatica dalla crisi sanitaria.

Il presidente Abodi nel corso del suo intervento ha evidenziato come da questa crisi profonda stiano nascendo anche grandi opportunità; infatti, la situazione che ha vissuto il Paese ha messo il mondo dello Sport di fronte alle proprie difficoltà strutturali, con la necessità di trovare le migliori condizioni per poter rilanciare il settore e creare i presupposti di un nuovo sviluppo.

In quest’ottica, il Credito Sportivo sta lavorando con sei club di Serie A per nuovi stadi, progetti che nascono con il presupposto di aver elaborato un modello che è stato messo a patrimonio del sistema, dimostrando la crescita del sistema nel suo complesso. Il patrimonio sportivo immobiliare rappresenta per un club, tanto più se in Serie A, la possibilità di crescere e competere.

In chiusura, il Presidente ha posto l’accento sulla necessità di cambiare il paradigma e passare da ‘per avere gli stadi dobbiamo avere il grande evento’, a ‘dobbiamo avere un’agenda delle infrastrutture per fare gli stadi e candidarci onorevolmente a ospitare i grandi avvenimenti’.

 

Come cambierà il calcio dopo la pandemia e quali sono stati gli effetti sul settore? Ma soprattutto, qual è il futuro che ci attende? Questi alcuni degli interrogativi cui ha cercato di rispondere il web talk “L’industria del calcio nel post Covid”, organizzato da Formiche.net, in collaborazione con la piattaforma Standard Football. L’incontro, moderato dal presidente di Formiche, Gianluca Calvosa e dal direttore di Formiche.net, Giorgio Rutelli, ha visto la partecipazione del presidente del CONI, Giovanni Malagò; del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, del membro del Consiglio della FIFA, Evelina Christillin; del presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi; del presidente dell’Assocalciatori, Umberto Calcagno e del presidente di Standard Football, Mauro Baldissoni. Sono stati illustrati alcuni dati significativi, che hanno evidenziato come il sistema nel periodo pre-Covid soffrisse già in termini di sostenibilità, acuita, poi, in maniera drammatica dalla crisi sanitaria. Il presidente Abodi nel corso del suo intervento ha evidenziato come da questa crisi profonda stiano nascendo anche grandi opportunità; infatti, la situazione che ha vissuto il Paese ha messo il mondo dello Sport di fronte alle proprie difficoltà strutturali, con la necessità di trovare le migliori condizioni per poter rilanciare il settore e creare i presupposti di un nuovo sviluppo. In quest’ottica, il Credito Sportivo sta lavorando con sei club di Serie A per nuovi stadi, progetti che nascono con il presupposto di aver elaborato un modello che è stato messo a patrimonio del sistema, dimostrando la crescita del sistema nel suo complesso. Il patrimonio sportivo immobiliare rappresenta per un club, tanto più se in Serie A, la possibilità di crescere e competere. In chiusura, il Presidente ha posto l’accento sulla necessità di cambiare il paradigma e passare da ‘per avere gli stadi dobbiamo avere il grande evento’, a ‘dobbiamo avere un’agenda delle infrastrutture per fare gli stadi e candidarci onorevolmente a ospitare i grandi avvenimenti’.