È stato presentato quest’oggi a Roma il nuovo Rapporto della Fondazione Symbola, “100 Italian Stories Sport Facilities”, realizzato in collaborazione con Fassa Bortolo e con il contributo dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A.
Alla presentazione hanno partecipato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Paolo Fassa, presidente onorario Fassa Bortolo; Paolo Calvi, direttore Myrtha Pools; Diego Nepi Molineris, Amministratore Delegato Sport e Salute; Beniamino Quintieri, presidente Istituto per il Credito Sportivo e Culturale; Christian Recalcati, managing Director di Sportium; Carolina Zavanella, Ceo GAU Arena; Monica Zoli, Ceo DZ Engineering. Ha concluso i lavori Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani.
In questo report si prendono in esame anche molte soluzioni e tecnologie che migliorano le performance sportive e rendono lo sport spettacolare, sicuro, sostenibile. In questo campo l’Italia vanta una vera e propria specializzazione, maturata nel tempo grazie alla capillare presenza sul territorio di strutture sportive, molte delle quali hanno segnato la storia in tante discipline.
Un recente censimento di ICSC ne conta ben 76.919 che si concentrano per il 52% al Nord, il 22% al Centro e al Sud il 26%. Una media di 1,21 impianti ogni 1.000 abitanti. Gli impianti più diffusi sono quelli legati al calcio nelle sue diverse forme (calcio a 5, a 11, a 7/8); seguono la pallavolo, pallacanestro e tennis, accompagnati da una componente rilevante del fitness.
Le imprese italiane lavorano in tutto il mondo alla realizzazione di spazi sportivi grazie ad un particolare talento legato alla capacità di coniugare bellezza, sostenibilità, attenzione al cliente e al benessere degli atleti, degli addetti, del pubblico: alle recenti olimpiadi di Parigi oltre ai nostri atleti hanno vinto anche molte imprese italiane. C’è tuttavia un grande lavoro da fare. Non solo per riqualificare o realizzare impianti sportivi là dove mancano, ma anche favorendo la ristrutturazione a uso sportivo e dunque sociale di capannoni abbandonati (si veda il caso Silverback ad Ancona per esempio).